lunedì 4 luglio 2011

Sette


Ci sono solo due tipi di festival alla fine. In un caso vieni chiamato per fare numero, e va bene. Nell'altro vieni chiamato perchè c'è qualcuno che ha proprio voglia di sentirti, non solo di ascoltarti. Il "7 stanze" è stato così. Non smetterò di ricordare che, in un momento difficile come questo in cui, oltre alla vile pecunia, manca sopratutto l'incentivo a fare qualcosa di buono, un manipolo di eroi ha organizzato tutto questo. Con pro e contro del caso. Adattandosi. Mandando giù rospi e prendendosi anche sacrosante libertà. E poi non sei a Milano, dove il pubblico potenzialmente c'è. Ci vuole coraggio perchè rischi di tuo. Devi adattarti, non sempre è bello, non molli fino alla fine e poi tutto viene. Bene.

Photo-report di Stefano Pola _qui_

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